Le prime tracce certe della scrittura risalgono all’epoca sumerica anche se si può affermare con sufficiente attendibilità che la scrittura abbia origini ben più remote. Diverso e direi ancor più complicato risulta lo scoprire le origini del “far di conto” nonché la rappresentazione di sistemi di numerazione. La numerazione, pur essendo un particolare settore di ciò che noi chiamiamo scrittura, ha certamente origini molto più antiche che non la scrittura intesa questa come espressione di un concetto elaborato. Tale certezza deriva dal convincimento, direi senza appello, che il far di conto con le dita è stata la prima manifestazione su base razionale che ha avuto l’uomo nel corso della sua evoluzione e che certamente affonda le radici nella notte dei tempi e, cosa ancor più importante, di essa ovviamente non vi è traccia. E’ proprio questa considerazione che rende impossibile stabilire una approssimativa base di partenza alla presente indagine sulla origine dei numeri, mentre seppur in modo estremamente grossolano ed approssimativo non si può arretrare verosimilmente l’origine della scrittura ad epoche anteriori ai 25-30mila anni, ciò sulla base dei reperti sino ad oggi rinvenuti [1]. Premesse queste basilari considerazioni si rende necessario affrontare un altro aspetto del problema: linguaggio e scrittura (numeri compresi) non hanno naturalmente una stessa data di partenza, la forma scritta, e quando dico scritta intendo anche per ciò che concerne la numerazione altre forme visibili di computo (nodi, tacche su bastoni, insiemi formati da pietre ecc.) risale naturalmente ad epoche successive e direi abbastanza recenti rispetto all’iter storico dell’homo sapiens. La prima analisi che ci si pone sulla base di tali considerazioni è il cercare di dare risposta al quesito del quando e del come l’uomo avvertì la necessità di lasciar traccia visibile dei numeri, rendendosi conto della insufficienza dovuta al semplice computo digitale legato esclusivamente alla memoria. Certamente la spinta in tal senso è stata data dallo sviluppo della società tribale con particolar riferimento al sorgere dello scambio di beni. Nei rapporti tra terzi (soggetti talvolta distanti tra di loro od anche non direttamente conosciuti) si rese necessario lasciare idonee documentazioni che potessero essere visionate da più parti e conservate. Un successivo passo nell’utilizzazione del numero come elemento base onde valutare o meglio fornire una dimensione tangibile alla propria esistenza fu certamente il primo approccio che l’uomo ebbe con l’astronomia. Ma quest’ultima fase pone l’uomo al di fuori ormai della preistoria. La parola matematica trae origine dal greco mάJhma avente significato di studio, cognizione, disciplina e direi per antonomasia scienza, ma quale scienza? Scienza vuol dire in primis esame di un fenomeno sulla base di estrema precisione e certamente nessun elemento può offrire la massima precisione in una osservazione, in una ricerca se non il numero. Questa considerazione è certamente la motivazione fondamentale per cui la matematica è assurta al suo significato ben conosciuto di studio dei fenomeni mercé l’utilizzo dei numeri. Partendo da tale assioma la presente ricerca si prefigge di mettere in risalto la scienza matematica ove è nata e si è sviluppata come scienza e cioè nell’Egitto e Mesopotamia, cercando di mettere in risalto le caratteristiche più salienti dell’uno e dell’altra. Queste antichissime civiltà [2] in linea di massima coeve tra di loro, pur sviluppatesi in maniera del tutto autonoma, certamente hanno contribuito in maniera fondamentale e determinante allo sviluppo del calcolo matematico in tutte le varie configurazioni. Le civiltà coeve e soprattutto quelle sorte in epoche successive, in primis la greca, si sono potute sviluppare alimentandosi al sapere dell’Oriente Antico.
[1] Nel 1937 è venuto alla luce a Vestonice (ex Cecoslovacchia centrale) un osso risalente a circa 30.000 anni fa con 45 tacche disposte a gruppi di cinque. In tale reperto sono già presenti i concetti fondamentali di un sistema di numerazione (fonte: E. Giusti: La Natura degli oggetti matematici, Torino 1999).
[2] La Mesopotamia è la regione del vicino Oriente ove si è sviluppata dapprima la civiltà Sumera e poi la Babilonese ed infine la Caldea.